Russia: lo zar aiutato dai fantasmi

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Domenica 10 settembre 2017, 82 regioni russe hanno tenuto le elezioni per diversi livelli di governo. Sessanta regioni – tra cui Sverdlovsk, Tomsk e Karelia – hanno indetto i sondaggi per eleggere il nuovo governatore; altre regioni hanno organizzato le elezioni per i consigli locali e regionali.
Le elezioni locali tradizionalmente attirano poco interesse; ma quest’anno il voto è ampiamente visto come un campanello per le elezioni di sindaco di Mosca e le elezioni presidenziali del prossimo anno.
Ci ricordiamo di quando molti hanno discusso se Vladimir Putin stesse perdendo sostegno? Tra cui c’è stata anche una scarsa analisi dell’Agence France Presse, che ha riportato che “ci sono segni che la popolarità una volta invincibile di Putin, è in calo”. Diciamo ciò che vediamo veramente – un pensiero vago – ma, la realtà è che il partito Russia Unita non si sta sfaldando. Lui sta mantenendo costantemente il potere, con Putin stesso che non ha quasi nessun serio rivale. Domenica, il partito di Putin ha fatto quello che ha sempre fatto: vinto.

I russi hanno votato per le elezioni locali per più di 6.000 politici. Non ci sono stati turbamenti: i politici di Russia Unita hanno vinto quasi ovunque. La partecipazione è stata bassa, ma è difficile sostenere se questo fosse stato un voto di protesta o se le varie differenze ed idee non accendono le passioni della gente e quindi non “vede motivo di impegnarsi nei sondaggi”.
Il maggior numero di elettori è stato registrato in Mordovinia, uno stato con circa 900.000 abitanti situato a sud-est di Mosca. Con una affluenza di circa il 71%; mentre Vladivostok, uno Stato per lo più marittimo che è circa ad un’ora e mezza di volo a nord di Pyongyang, ha segnato un basso numero di partecipanti, il 12,7%.
Sul fronte dei partiti, i contendenti più vicini a Russia Unita sono stati il Partito Comunista (circa il 17%) e il Partito Liberale Democratico Nazionalista (circa il 20,6%), guidato da Vladimir Volfovich Zhirinovsky.

I dati sciolinati in precedenza sono quelli ufficiali, quelli che vediamo nelle maggiori testate nazionali e internazionli, ma come si è svolto in realtà questo turno elettorale?
Secondo i giornalisti di Reuters che sono rimasti tutto il giorno al seggio elettorale # 333 nella città russa di Vladikavkaz, dal momento dell’apertura alle ore 8:00, fino alla chiusura alle ore 20:00, c’è stata un’affluenza pari a 256 elettori. I risultati ufficiali finali invece hanno registrato voti di 1.867 persone, con il 73 per cento di preferenze andate al partito Russia Unita, il partito di Putin.
I primi risultati ufficiali comunicati dalla stazione elettorale n. 333 hanno segnalato un’affluenza di 1.331 persone, poi martedì è stata rivista e portata a 1.867. Il dato è più che sette volte superiore al numero degli elettori contati da Reuters – con il 73% dei voti che sono andati al partito del presidente Vladimir Putin.

I funzionari elettorali della stazione di voto hanno dichiarato che il loro conteggio era corretto e non c’erano discrepanze.
I reporter di Reuters mentre erano in osservazione al seggio elettorale, hanno notato un uomo che ha sostenuto d’essere un osservatore elettorale di Russia Unita, con tanto di documento ufficiale di “incarico” del partito, il quale durante la giornata si è avvicinato più volte alla casella di voto e ogni volta vi inseriva una scheda elettorale. “Dobbiamo assicurare l’85 per cento al partito Russia Unita; in caso contrario, lo zar non ci fornirà più denaro”, ha riferito l’uomo, tale Sergei Lyutikov, ad un giornalista di Reuters, facendo un apparente riferimento a Putin.
Lyutikov è rimasto al seggio per tutta la giornata. Lui è un assistente di Vadim Suanov, un deputato della legislatura regionale settentrionale dell’Ossezia del Nord del partito Russia Unita, secondo il sito web del legislatore. Suanov, che domenica correva per la rielezione, ha espresso a Reuters di non sapere nulla di ciò che il suo impiegato avesse potuto fare nella stazione elettorale.
Lyutikov ha votato nelle prime ore del mattino, ma ha inserito più di quindici schede elettorali, secondo i testimoni di Reuters.
Lyutikov ha chiesto ad un giornalista di Reuters di non documentarlo all’interno del seggio, minacciando di rompergli il cellulare se le immagini e i filmati non fossero stati eliminati. Ad un certo punto, ha mostrato ad un giornalista il suo passaporto: Sergei Ivanovich Lyutikov, nato il 17 aprile 1984.

Alle dodici circa, mentre Lyutikov si stava avvicinando alla cassetta del voto, è stato “visto” da Yelena Khadonova, il presidente della commissione elettorale n. 333; la quale, alla domanda di spiegazioni per le azioni di Lyutikov, ha sostenuto: “Non ho nulla da commentare. Non ho visto niente”.
In un’altra località, alla stazione elettorale n. 618 nella regione di Belgorod, un reporter di Reuters ha accompagnato i funzionari elettorali nelle loro visite alle case per raccogliere il voto degli elettori domestici. Nel seggio elettorale il numero degli elettori domestici era pari a circa un quarto di quelli che avevano diritto al voto.
Secondo le regole elettorali russe, il voto domestico è riservato ai casi in cui un elettore ha espressamente richiesto la visita, sia per motivi di salute che per “altri svariati impedimenti”.

Gli oppositori del Cremlino e i monitor indipendenti sostengono che la votazione a casa sia aperta agli abusi perché non è soggetta allo stesso scrutinio che avviene nel seggio, dove spesso sono presenti gli osservatori e i giornalisti.
Nonostante la regola che il voto a domicilio sia effettuabile solo su richiesta, molte delle persone visitate dai funzionari elettorali nelle loro case hanno dichiarato di non aver mai chiesto di votare a casa.
I funzionari elettorali sono entrati nella maggior parte delle case senza bussare alla porta. Un uomo sui sessanta anni quando sono arrivati i funzionari elettorali stava fumando una sigaretta nel cortile, “innanzitutto costruiamo una strada e poi parliamo”, ha affermato con i funzionari, indicando un sentiero sconnesso che porta a casa sua. Ha negato d’averli invitati, ma alla fine, dopo le raccomandazioni dei funzionari, ha votato.

I funzionari rivolti al giornalista, hanno sostenuto che un parente o un vicino aveva fatto la richiesta per suo conto.
Nel corso di due ore, durante le quali il reporter è sempre stato con i funzionari, questi ultimi hanno raccolto 14 schede già compilate. Quando i funzionari sono tornati alla stazione elettorale, hanno consegnato 38 schede già compilate.
I funzionari al ritorno dal viaggio hanno attestato che la “corrispondenza fosse corretta”. Il capo della commissione elettorale alla stazione n. 618, Lyubov Grushko ha confermato: “La differenza di numero è un problema provocatorio, e non lo discuteremo”.
Putin è il principale favorito per vincere la rielezione del prossimo anno. Molti elettori lo accreditano per il ripristino dell’orgoglio nazionale; tuttavia, con una previsione per quest’anno di crescita economica del solo 1 per cento, l’entusiasmo per Putin non è così forte come è stato in precedenza. Gli analisti politici spiegano anche che si potrebbe arrivare ad una bassissima partecipazione elettorale.
Domenica, i reporter di Reuters hanno osservato le votazioni in sei stazioni elettorali. In tutte e sei i giornalisti hanno trovato discrepanze di varia grandezza tra il voto ufficiale, il voto reale e il numero di elettori che i giornalisti hanno contato.

Tutti i giornalisti sono stati presenti per l’intera giornata di votazione, tranne un luogo in cui un giornalista ha perso l’ora iniziale perché non gli era stato inizialmente concesso il permesso di accedere al luogo. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, subito non ha risposto alle richieste di commenti di queste differenze; tuttavia, Peskov, lunedì, in una conferenza telefonica con i giornalisti ha sostenuto che il voto ha mostrato che le persone hanno piena fiducia in Putin. Ha sottolineato che c’è stata “tolleranza zero” per le frodi, e che i rapporti di violazioni alle regole elettorali sarebbero stati esauriti e chiariti rapidamente.
Citando i dati delle commissioni elettorali, ha dichiarato che il volume delle denunce rispetto alle elezioni precedenti è sceso, e che nella maggior parte dei casi le denunce o le lamentele riguardano solo questioni secondarie.
La sede del partito Russia Unita, in una dichiarazione inviata a Reuters, ha dichiarato di non aver dato ordini a nessuno per riferire di voti, controllare o falsificare i risultati. Ha riportato inoltre, che tutte le violazioni sarebbero state “esaminate dalle commissioni elettorali” e, che se fosse stata infranta la legge, i responsabili sarebbero stati puniti.
Le sei stazioni elettorali che hanno visitato i giornalisti di Reuters erano ubicate in tre regioni diverse, ma come riferito sopra, domenica in Russia c’erano all’opera migliaia di stazioni elettorali, di modo che gli eventi successi in questi seggi ci offrono solo una piccola istantanea di quello che è veramente successo.

I reporter di Reuters non sono in grado di valutare se le pratiche fossero state diffuse, o se ci fosse del materiale che potrebbe aver alterato l’esito delle elezioni.
Golos, un’organizzazione non governativa i cui volontari hanno monitorato il voto in 36 regioni, nel tardo lunedì ha riferito d’aver ricevuto rapporti di 825 violazioni alle regole elettorali. Con molte segnalazioni di “gonfiaggio dei numeri dei partecipanti” o di voti riempiti con persone non esistenti. Tuttavia, la ONG ha dichiarato che le violazioni sono diminuite rispetto alle elezioni precedenti.
La commissione elettorale centrale russa non ha risposto alle discrepanze testimoniate da Reuters.
Ella Pamfilova, il presidente della commissione, nella conferenza stampa di fine sondaggi ha affermato che le “eventuali irregolarità” segnalate alla Commissione sarebbero state indagate.

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